Laura Antonelli, da indecente a indigente

Laura Antonelli, personaggio che deve la sua fama a molti film e bmovie degli anni  70, quando le altre donne  continuavano a lottare per ottenere parità sessuale  ed economica (non ancora raggiunta oggi) e a sdoganarsi dal ruolo di "femmina" dedita alla casa, ai figli e al letto nuziale, lei interpretava la femme fatale  sfoderando certo una sensualità molto intrigante ma molto accondiscendente e ben poco di aiuto per la causa femminile. Certo non le si  può fare una colpa di avere valorizzato le proprie grazie incassando profumatamente, cosa che fanno in molte con meno doti artistiche e risultati ben più modesti, ma da li a vederla come una mesta perpetua che si dichiara "non interessata alla vita terrena" ce ne vuole...
Non si può negare che la sua vita sia stata movimentata, oltre all'intensa produzione cinematografica che l'ha vista raggiungere cachet niente male, parliamo per esempio dei vecchi 100 milioni di lire nel 1973 per film, e di film ne ha girati proprio tanti... è salita alla ribalta della cronaca per aspetti della vita personale meno idilliaci, come l'arresto per detenzione di droga nel 1991 e poi il drammatico deturpamento del volto per via di una reazione allergica ascritta dall'attrice all'uso del collagene, voluto dal produttore del remake di malizia del 2000 per nascondere i segni del tempo sul suo volto.
La richiesta di risarcimento danni di 30 miliardi di lire viene sfumata con la sentenza del giudice che proscioglie il chirurgo plastico dalle accuse mosse, gli avvocati della Antonelli non mollano però e chiedono allo Stato Italiano un risarcimento per rifondere la Antonelli dei danni psicolocigi subiti nel lungo processo per droga e spuntano 10.000 euro di incasso, ai quali si aggiungeranno i 108 mila euro  ottenuti  dalla corte di appello di Perugia per i danni di immagine e di salute. In pratica lo Stato (noi) ha (abbiamo)  pagato a Laura Antonelli 120.000 euro perchè nonostante in casa sua si fossero trovati 30 grammi di cocaina e nonostante lei ne facesse uso-abuso, questo dettaglio non doveva ledere la sua immagine e turbare la sua fragilità emotiva.
Ora il colpo di grazia ce lo da Lino Banfi: in una lettera pubblicata sul Corriere della Sera e indirizzata nientepopòdimeno che a Silvio Berlusconi e a Sandro Bondi, Ministro dei Beni Culturali, l'attore pugliese chiede per l'amica l'applicazione della legge Bacchelli a sostegno della precarietà economica con cui l'attrice convive facendo i conti con una pensione da 500 euro al mese.
Probabilmente mosso da un buonismo pruriginoso Lino Banfi chiede di avere pietà per la povera attrice in quanto sua amica, lui stesso ammette che nonostante siano molte le famiglie a dover convivere con problemi economici simili, la storia di Laura Antonelli è diversa e merita una maggiore attenzione perchè lo tocca da vicino...tanto da voler smuovere le acque, cosa che del resto a Lino Banfi non è costata nulla in termini di soldoni e gli  ha anche regalato un momento di popolarità (vuoi non invitare il promotore di una richiesta tanto accorata nei salottini bene della tv italiana per perorare la sua causa o semplicemente per scalpitare ancora un po' sul  polverone che questa lettera ha smosso?). La beneficienza, se la si fa, si fa in silenzio e la fa chi se la può permettere, imporre ad uno stato già in ginocchio che ha già rimborsato l'attrice per avere detto a tutti che faceva uso di droga e chiedere il riconoscimento di un vitalizio  concepito come sostegno per chi all'arte ha dato un contributo determinante e non solo come modella di nudo per pellicole osè è sembrato un po' troppo, i mormorii e la naturale compassione che viene sollevata nel confronto della povertà di chiunque fa storcere il naso di fronte a queste richieste provenienti da un pulpito rivestito pure lui di una credibilità recente e che ha trasformato lo stesso Banfi da arrapato patologico a tranquillo nonno di famiglia grazie all'ennesima finzione televisiva. Si gioca, si gioca con i ruoli, si confonde la realtà con la fantasia, si perdono di vista le cose reali e concrete e si perde, probabilmente, anche il senso del denaro avendone troppo a disposizoine e non pensando che un giorno potrà finire.
Ecco un'esempio dell'Arte di Laura Antonelli...

5 commenti:

  1. Bè in effetti l'inestimabile contributo di Laura Antonelli (e Lino Banfi)al cinema italiano e più in genere al mondo dell'arte e dello spettacolo internazionale non può essere dimenticato.
    Il valore inestimabile delle pellicole qui sopra è innegabile...

    ps mamma mia come siamo ridotti in Italia, e Lino Banfi con quel suo buonismo facilone e semplicione lo prenderei a calci dalla mattina alla sera!

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  2. Beh se pensiamo che lo stesso Presidente Del Consiglio proviene da produzioni cinematografiche e televisive non c'è poi molto da stupirsi su questa Italietta di teatrini e di parodie...
    Grazie per il tuo commento

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  3. Il medico è stato considerato totalmente estraneo da quanto denunciato ma mai provato:nessun certificato medico o di ospedali,nessun testimone e una commissione medica incaricata dal giudice che non ha trovato nessuna malattia o deturpazione niente di niente.Solo dieci fotografie furono presentate in tribunale e quando qualcuno sollevò il dubbio che fossero tarocche furono ritirate in tutta fretta.
    Il presunto danno fu in realtà una bufala a solo scopo mercantile e deve ringraziare Dio che non è stata denunciata per truffa.

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  4. insomma alla fine è diventata una vera attrice pure lei...

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  5. Quando venne arrestata Laura Antonelli, nel 1991, all'interno della sua abitazione di campagna, da parte dei Carabinieri di Cerveteri (RM), lei era già in preda alla depressione. Frequentava la chiesa del paese, dove si confidava con l'allora Don Quirino. Leggeva la bibbia e altri testi religiosi. Faceva uso di droga perchè si trovava in completo stato depressivo e confusionale e perchè abbandonata da tutti coloro che si ritenevano amici. Laura, nel passato, è stata una bellissima donna, abbandonata da tutti e caduta nella depressione, così come tutti i personaggi dello spettacolo giunti al loro tramonto e accantonati nei ricordi della gente.

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